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Il sogno lucido
I sogni lucidi – Parte prima
Tempo di lettura : 3 minuti

Oggi approfondiremo la tecnica che permette di generare i sogni lucidi. Si tratta di una abilità affascinante e ricca di potenziale. Ma come funziona esattamente? È davvero possibile sognare pur rimanendo svegli? Naturalmente, la risposta è no. Tuttavia, esiste la possibilità di sognare durante il sonno e, con un po’ di allenamento, acquisire la capacità di svegliarsi a comando per riportare alla mente con chiarezza ciò che si è vissuto nel mondo onirico.

Questo processo consente di esplorare i propri sogni in modo consapevole e di trarre benefici da questa esperienza veramente unica. Divideremo l’argomento in due post. Il primo volto a chiarire cosa sia un sogno lucido. Il secondo dedicato alla tecnica di generazione del sogno lucido

Non si tratta di sciamanesimo, né di pratiche esoteriche lontane dalla realtà, e non avrete nemmeno bisogno di ricorrere a funghi allucinogeni o sostanze psicotrope per sperimentare un viaggio interiore. Questo approccio è completamente diverso e mira a offrire un’esperienza autentica, naturale e accessibile a tutti, senza necessità di elementi estranei che alterino la percezione.

Il sogno lucido è una pratica approfonditamente analizzata dal noto viaggiatore e studioso dei sogni Charlie Morley, personaggio affascinato dalle culture e dai sistemi di meditazione orientali, autore di un libro intitolato “L’avventura del sogno lucido”.

Ma cosa si intende esattamente per sogno lucido? Si tratta di un’esperienza onirica, spesso legata alla fase REM del sonno con altissima attività corticale, durante la quale il sognatore è consapevole di trovarsi in un sogno e può persino influenzarne gli eventi. Secondo Morley nel sogno lucido è possibile parlare con personificazioni della propria mente, muoversi liberamente oppure volare. Io, pur praticando questa tecnica da tanti anni, non ho mai provato simili esperienze. Piuttosto nei miei sogni lucidi converso con me stesso o meglio converso con ciò che nel mio Io profondo rappresenta la realtà. Personalmente in questa modalità, ho avuto modo di vivere il sogno lucido abbastanza spesso.

Il contrario del sogno lucido, è ovviamente il sogno non lucido che è caratterizzato dalla consapevolezza degli oggetti o delle situazioni presenti, ma senza che il soggetto realizzi di essere all’interno di un sogno.

I sogni lucidi sono frequentemente collegati alla metacognizione, ovvero alla capacità di essere consapevoli e di comprendere i propri processi mentali, inclusi il ragionamento e la riflessione su ciò che si pensa. Gli studi scientifici sembrano indicare che esista una stretta relazione tra il sogno lucido e le funzioni metacognitive, le quali sembrano condividere reti simili. Questo suggerisce che le persone dotate di una maggiore abilità nel gestire e controllare i propri pensieri potrebbero avere una probabilità più alta di vivere esperienze di sogni lucidi. Durante una seria indagine su questo fenomeno è emerso che almeno la metà degli intervistati ha sperimentato una situazione di sogno lucido. Più persone hanno riferito di avere sogni lucidi quantomeno un paio di volte al mese.

Nell’indagine condotta alcuni anni addietro è emerso un’ altro interessante spunto. Molti intervistati hanno affermato di avere avuto esperienze di sogno lucido senza essere stati precedentemente addestrati.

Proseguendo in ambito più tecnico possiamo dire che il sogno lucido è stato ampiamente studiato e verificato da eminenti autorità del settore. Rispettivamente nei primi anni 2000 e nel corso del 2012 sia alla Clinica Neurologica dell’Università di Francoforte, che al Max Planck Institute of Psichiatry di Monaco furono, effettuate investigazioni sul livelli di attività della corteccia prefrontale dorsolaterale destra e sulle regioni frontopolari. Si scoprì che durante questo tipo di sogno le aree deputate alla consapevolezza di sé si disattivavano completamente. Stupefacente vero ?.

Per questo scopo sono state utilizzate diverse apparecchiature per la risonanza magnetica, creando una mappa in tempo reale dell’attività cerebrale. Questo offre una conferma significativa alla teoria secondo cui, durante il sogno lucido, la corteccia prefrontale risulta quasi del tutto inattiva, limitando così la consapevolezza di sé. Al contrario, il tronco cerebrale e il lobo occipitale lavorano intensamente, consentendo l’elaborazione dell’attività onirica. Al momento del risveglio, le aree “addormentate” del cervello si riattivano, permettendoci di riconoscere che, fino a pochi istanti prima, stavamo sognando.

Ora sapete cosa accade durante un sogno lucido. Vi resta solo imparare come attivarlo e ricordare i dettagli di ciò che avete sognato. A tal proposito, vi invitiamo a leggere l’articolo che sarà pubblicato la prossima settimana!

Grazie a tutti i lettori .

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La cromoterapia – Colori nel buio
Tempo di lettura : 2 minuti

La cromoterapia di cui parleremo oggi non si limita all’esperienza delle lucine colorate nella cabina doccia. Mi dispiace smorzare facili entusiasmi, ma la pratica della visualizzazione dei colori richiede ben più di una rapida doccia luminosa. È un argomento complesso, che merita attenzione e approfondimento. Luscher insegna.

Chi era Max Lüscher? Il dottor Lüscher è stato un rinomato psicologo svizzero, noto per aver sviluppato il celebre Test dei Colori, che porta il suo nome. Dopo anni di studi e ricerche, ha ideato un sistema psicologico basato sulla preferenza dei colori, attribuendo a ciascun colore un significato specifico. E così il test è diventato il “Test di Lüscher”, legando per sempre il suo nome a una metodologia che ha attraversato decenni.

Tornando al test, esso si basa sulla scelta e sull’ordine di gradimento di otto colori tarati: grigio, blu, verde, rosso, giallo, viola, marrone e nero. A ciascuno di questi colori, Lüscher ha associato un significato simbolico preciso:

  • Grigio: neutralità e mediazione
  • Blu: accoglienza e introspezione
  • Verde: accertamento dei fatti
  • Rosso: reazione ed energia
  • Giallo: forza comunicativa
  • Viola: sensibilità
  • Marrone: stabilità
  • Nero: rifiuto e indipendenza

Secondo Lüscher, il test permette di osservare le pulsioni inconsce del soggetto e di lavorare su di esse, puntando a un equilibrio psicologico. L’enfasi è posta sull’ideoplasia: una reazione inconscia che può influenzare il nostro Io anche senza la nostra consapevolezza. Jung stesso considerava i colori come una forza archetipica capace di influenzare la mente umana, emergendo nei sogni e retroagendo sulla vita reale.

Il piano dove scorre l'acqua

Non essendo psicologo, non mi avventurerò in spiegazioni tecniche, ma voglio condividere come personalmente utilizzo la visualizzazione dei colori abbinandola al training autogeno. Prima di iniziare, scelgo un colore che rispecchia il mio stato d’animo: spesso opto per il blu, ma talvolta mi affido al giallo o al rosso. Visualizzo quel colore per alcuni minuti, lasciandomi immergere nella sua energia. Poi passo al protocollo di training autogeno superiore, concentrandomi sull’osservazione del mio Io, senza lasciarmi influenzare da pensieri esterni o da altre persone.

Per favorire l’entrata in commutazione autogena, immagino una goccia d’acqua che scivola lungo un piano inclinato e cade nel vuoto. Quando percepisco un calore nel plesso solare, so di essere vicino a uno stato di rilassamento profondo. Rimango in questo stato per circa 15 minuti, cercando di mantenere la concentrazione in un ambiente tranquillo (compatibilmente con eventuali interruzioni domestiche). Il risveglio avviene con un segnale convenzionale che ho stabilito.

Dopo il risveglio, procedo con una breve riflessione su ciò che ho visualizzato. Non aspettatevi miracoli: non ci si sveglia con poteri magici o con un conto in banca più ricco. La pratica richiede costanza, e spesso i risultati sono sottili e graduali. Continuo questo esercizio per giorni, fino a quando non percepisco una maggiore chiarezza o comprensione di me stesso.

Provateci anche voi ovviamente dopo esservi documentati.

 
L'Io profondo e il Sé si parlano
La mente non mente – guida onirica per notti spettacolari
Tempo di lettura : 3 minuti

La mente in genere non mente ma quando “grippa” va portata in officina per essere manutenzionata. Divertente vero ?.  Volete notti spettacolari ?. Bene, leggete questo articolo e vi chiariremo quale sembra essere lo scopo dei sogni .  Più volte vi ho detto che lo scopo di questo blog non è l’analisi del sogno. Non siamo psicologi professionisti ma solamente appassionati di psicologia e racconti.

Fervidi sognatori con i piedi saldamente appoggiati sulle nuvole. Ma dopo 30 anni di letture e analisi di protocolli con il training autogeno qualcosa avremo pure imparato . In particolare, chi vi scrive analizza sé stesso e i propri sogni cercando di comprenderne il significato. A volte lo faccio da solo, per molti anni l’ho fatto in compagnia.  Stante questa piccola premessa poco tempo fa ho approfondito tramite serie letture tecniche, la teoria della manutenzione del Sé oppure per semplificare il concetto si potrebbe dire; tutti sognano e nessuno riflette sul perché. Ma andiamo per gradi. Per prima cosa chiariremo ciò che il Sé rappresenta per la moderna psicologia.  

Il “fratello” del Sé è l’Io profondo. L’Io profondo rappresenta oggi una struttura di mediazione della consapevolezza. L’elaborazione fornita dall’Io rivolge il Sé verso gli altri individui.  Non si pensi a nulla di psicofisico. Il rapporto è puramente elaborativo e percettivo . Anche “gli altri individui” non sono persone fisiche ma piuttosto ciò che essi rappresentano nei nostri confronti. Jung diceva che il Sé è un contenitore. Un cerchio o un quadrato. Insomma, un qualcosa che contiene. Il suo scopo è l’individuazione, la coscienza e la totalità.

Scusate se ho pasticciato ma non sono un tecnico. Per un chiarimento più serio sul Sé si cerchi in rete “psicologia del Sé di Kohut”. Facendo un passo in più relativamente allo scopo di questo articolo potremmo arrivare alle teorie esposte da James Fosshage. In tempi piuttosto recenti esso ipotizzò che il sogno avesse funzionalità ben più profonde di quelle inizialmente ipotizzate da Freud. Secondo Fosshage il sogno avrebbe la funzione pratica di facilitare la manutenzione del nostro Sé, meccanismo interamente dedicato agli scopi evolutivi dell’individuo.  Comunque sia una cosa è certa. Il nostro Sé va in manutenzione ogni volta che ci addormentiamo. Ma dove va in manutenzione ?. Non certo in officina, ma piuttosto dall’Io profondo il quale fornisce la struttura elaborativa delle percezioni. E’ una mediazione fra le parti. Una partita di ping-pong. Un parla e l’altro ascolta . La risposta torna al mittente per ciò che l’Io ha elaborato.  

Ma quale sarebbe lo scopo di questo complicato meccanismo ?. Vi ricordate l’articolo “2010 L’ANNO DEL CONTATTO” ?. Nell’articolo il computer SAL di “2010 l’Anno del contatto” chiedeva al suo creatore se durante lo spegnimento avrebbe sognato. Lo scienziato Chandra esita un attimo e risponde “Sognerai certamente, tutte le creature intelligenti sognano e nessuno sa perché. Forse tu sognerai tuo fratello HAL, come spesso succede a me”.  Il significato è chiaro. Tutti sognano, e quelli che dicono di non sognare mai sono veri sciocchi.  Spersonalizzando la pretestuosa narrazione fornita dall’articolo originario potremo dire come J. Fosshage abbia già fornito la risposta. Nel sogno la concatenazione logica di esperienze, avvenimenti, e percezioni di avvenimenti, fornisce la chiave inglese utile alla manutenzione della nostra mente.  Quindi tutti sognano anche se non lo ricordano perché altrimenti cadrebbero a pezzi nella vita reale.  

Voi sognate ? Vi interessa un chiarimento sul “Sogno lucido”?. Ricordate ciò che avete sognato ?. Sognate a colori o in bianco e nero ?. Udite suoni, vedete visi o persone senza volto ?. Scrivete e raccontate i vostri sogni alla redazione. Ciò che invierete verrà pubblicato in forma anonima. Non preoccupatevi . Nessuna analisi, avrete solo il piacere di raccontare ciò che sognate.

 
I meccanismi a protezione della nostra mente
Tempo di lettura : 3 minuti

Cari lettori,

in occasione della pubblicazione del racconto due parti “Sei donne e un mistero” vi avevamo promesso un post sui meccanismi a protezione della nostra mente. Tutti noi attuiamo questi meccanismi sia a livello conscio ce inconscio. Chiaro quindi che a maggior ragione l’argomento riguarda anche il nostro vissuto onirico.

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Per questo articolo scomoderemo il padre della moderna psicoanalisi Sigmund Freud e la figlia Anna. Cento anni dopo la loro pubblicazione, alcuni dei insegnamenti figli di quel tempo sono un po’ cambiati. La moderna psicoanalisi si è evoluta e ha superato molti concetti originari, tuttavia un certo numero di principi storici sono ancora oggi alla base dell’analisi psicoanalitica. Uno di questi è senz’altro il “meccanismo di autodifesa”. Il distacco, il rifiuto oppure la disconnessione sono concetti successivamente rielaborati da altri personaggi e in periodi più recenti rispetto a quelli di Freud e sua figlia. Nella psicoanalisi attuale si è tentato di dare loro una interpretazione alternativa ma alla fine i concetti base sono sempre gli stessi.

Quando c’è qualcosa che a livello conscio o inconscio ci ferisce o ci tocca in modo particolare, scattano in noi i meccanismi che ci consentono di sopportare meglio il dolore o la tensione che questi argomenti ci provocano. Le moderne cosiddette “cognizioni irrazionali” non sono altro che i principi già incardinati a suo tempo da Freud.  Per dirla meglio e in linea con i tempi moderni, queste “app” si accendono in maniera completamente automatica ma il loro funzionamento è sempre uguale. La nostra mente o il nostro IO viene protetto da un firewall che chiude le porte alle cose brutte. Pensate a un fusibile. Il principio è assolutamente identico. Quando c’è un corto circuito, il fusibile si brucia ma l’apparecchio elettrico rimane integro. Se fare ripartire la nostra mente fosse così facile come cambiare un fusibile ne saremmo tutti estremamente felici, purtroppo questi “sistemi salvavita” sono diversi e funzionano con modalità diverse.

Giusto per conoscerli da vicino ecco un breve elenco. Uno di essi è la Proiezione, ovvero l’addossare a terzi responsabilità che invece sono solo nostre. Il secondo meccanismo è la Repressione.  In questo caso si tratta di rifiutare o reprimere o nascondere ciò che ci ha ferito . La Negazione è infine il sistema più comune di affrontare i problemi. Ciò che neghiamo non ci può ferire. Questo meccanismo è molto utilizzato nelle relazioni altamente negative o tossiche. Questo sistema di protezione è anche molto utilizzato nella frenetica vita moderna che ci pone in continuazione di fronte a tensioni e comparazioni indesiderate.

Non aggiungiamo altro. Il web è pieno di spiegazioni in merito. Ognuno troverà i mezzi per approfondire nel caso sia interessato ad apprendere a pieno il funzionamento di questi meccanismi.  In chiusura vogliamo solo aggiungere che le tensioni interne provocate da queste “app” sono altamente dispendiose per la nostra mente e per il nostro corpo. Questo dispendio di energie è sempre fonte di malattie come la depressione o problemi fisici. Siate consci che ciò avviene solamente per autoinduzione. L’ideoplasia di cui più volte abbiamo discusso funziona in tutte le direzioni. Se siete in grado di plasmare la vostra mente in maniera negativa, ciò significa che sarete sicuramente capaci di plasmarla in maniera altrettanto positiva.  Personalmente penso sia quindi meglio affrontare i nostri problemi e investigare l’IO profondo con la tecnica del Training Autogeno Superiore. Al massimo scopriremo che non ci piacciamo così come siamo, ma accetteremo la verità insita in ciascuno noi e saremo in pace con noi stessi e con gli altri.

Che la forza del fusibile sia con voi.

 
Un colore per tutte le persone – Investigare l’Io con il Training Autogeno Superiore
Tempo di lettura : 3 minuti

“Fate qualcosa per voi stessi o vi ammalerete” dice una persona che conosco da anni. Ha ragione. Tante persone sono ammalate e non lo sanno. Non si tratta di eczemi o affezioni fisiche ben più gravi. Stiamo parlando di malattie che minano alla base il nostro Io profondo e che ci procurano un sacco di problemi. Alla meglio sono problematiche che nascondono le nostre infinite potenzialità. In entrambe i casi è comunque un grosso guaio.

“Un colore per tutte le persone” scriveva più di 30 anni addietro nel suo libro il dott. Padre Pier Giovanni Fabbri. Membro dell’ Ofs, psicologo, autore di diversi libri e stimato amico. Uno dei pochi appartenenti al clero che mi siano mai andati a genio. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Comunque sia proseguiamo nella nostra discussione. Vi dicevo della frase “un colore per tutte le persone”.

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1947 Il test dei colori di Max Luscher
Tempo di lettura : 2 minuti

Prima di aprire l’argomento permettetemi di ringraziare il mio mentore Padre Pier Giovanni Fabbri, amico e illustre psicologo, autori di molti libri. Nelle interminabili serate di discussione e protocolli TAS accompagnò il nostro gruppo di studio alla scoperta dell’argomento specifico. A lui il mio grazie per avermi accompagnato con amicizia e professionalità in uno dei più tristi momenti della mia vita.

Per aspera ad alta

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