I meccanismi a protezione della nostra mente

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Cari lettori,

in occasione della pubblicazione del racconto due parti “Sei donne e un mistero” vi avevamo promesso un post sui meccanismi a protezione della nostra mente. Tutti noi attuiamo questi meccanismi sia a livello conscio ce inconscio. Chiaro quindi che a maggior ragione l’argomento riguarda anche il nostro vissuto onirico.

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Per questo articolo scomoderemo il padre della moderna psicoanalisi Sigmund Freud e la figlia Anna. Cento anni dopo la loro pubblicazione, alcuni dei insegnamenti figli di quel tempo sono un po’ cambiati. La moderna psicoanalisi si è evoluta e ha superato molti concetti originari, tuttavia un certo numero di principi storici sono ancora oggi alla base dell’analisi psicoanalitica. Uno di questi è senz’altro il “meccanismo di autodifesa”. Il distacco, il rifiuto oppure la disconnessione sono concetti successivamente rielaborati da altri personaggi e in periodi più recenti rispetto a quelli di Freud e sua figlia. Nella psicoanalisi attuale si è tentato di dare loro una interpretazione alternativa ma alla fine i concetti base sono sempre gli stessi.

Quando c’è qualcosa che a livello conscio o inconscio ci ferisce o ci tocca in modo particolare, scattano in noi i meccanismi che ci consentono di sopportare meglio il dolore o la tensione che questi argomenti ci provocano. Le moderne cosiddette “cognizioni irrazionali” non sono altro che i principi già incardinati a suo tempo da Freud.  Per dirla meglio e in linea con i tempi moderni, queste “app” si accendono in maniera completamente automatica ma il loro funzionamento è sempre uguale. La nostra mente o il nostro IO viene protetto da un firewall che chiude le porte alle cose brutte. Pensate a un fusibile. Il principio è assolutamente identico. Quando c’è un corto circuito, il fusibile si brucia ma l’apparecchio elettrico rimane integro. Se fare ripartire la nostra mente fosse così facile come cambiare un fusibile ne saremmo tutti estremamente felici, purtroppo questi “sistemi salvavita” sono diversi e funzionano con modalità diverse.

Giusto per conoscerli da vicino ecco un breve elenco. Uno di essi è la Proiezione, ovvero l’addossare a terzi responsabilità che invece sono solo nostre. Il secondo meccanismo è la Repressione.  In questo caso si tratta di rifiutare o reprimere o nascondere ciò che ci ha ferito . La Negazione è infine il sistema più comune di affrontare i problemi. Ciò che neghiamo non ci può ferire. Questo meccanismo è molto utilizzato nelle relazioni altamente negative o tossiche. Questo sistema di protezione è anche molto utilizzato nella frenetica vita moderna che ci pone in continuazione di fronte a tensioni e comparazioni indesiderate.

Non aggiungiamo altro. Il web è pieno di spiegazioni in merito. Ognuno troverà i mezzi per approfondire nel caso sia interessato ad apprendere a pieno il funzionamento di questi meccanismi.  In chiusura vogliamo solo aggiungere che le tensioni interne provocate da queste “app” sono altamente dispendiose per la nostra mente e per il nostro corpo. Questo dispendio di energie è sempre fonte di malattie come la depressione o problemi fisici. Siate consci che ciò avviene solamente per autoinduzione. L’ideoplasia di cui più volte abbiamo discusso funziona in tutte le direzioni. Se siete in grado di plasmare la vostra mente in maniera negativa, ciò significa che sarete sicuramente capaci di plasmarla in maniera altrettanto positiva.  Personalmente penso sia quindi meglio affrontare i nostri problemi e investigare l’IO profondo con la tecnica del Training Autogeno Superiore. Al massimo scopriremo che non ci piacciamo così come siamo, ma accetteremo la verità insita in ciascuno noi e saremo in pace con noi stessi e con gli altri.

Che la forza del fusibile sia con voi.

Un colore per tutte le persone – Investigare l’Io con il Training Autogeno Superiore

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“Fate qualcosa per voi stessi o vi ammalerete” dice una persona che conosco da anni. Ha ragione. Tante persone sono ammalate e non lo sanno. Non si tratta di eczemi o affezioni fisiche ben più gravi. Stiamo parlando di malattie che minano alla base il nostro Io profondo e che ci procurano un sacco di problemi. Alla meglio sono problematiche che nascondono le nostre infinite potenzialità. In entrambe i casi è comunque un grosso guaio.

“Un colore per tutte le persone” scriveva più di 30 anni addietro nel suo libro il dott. Padre Pier Giovanni Fabbri. Membro dell’ Ofs, psicologo, autore di diversi libri e stimato amico. Uno dei pochi appartenenti al clero che mi siano mai andati a genio. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Comunque sia proseguiamo nella nostra discussione. Vi dicevo della frase “un colore per tutte le persone”.

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1947 Il test dei colori di Max Luscher

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Prima di aprire l’argomento permettetemi di ringraziare il mio mentore Padre Pier Giovanni Fabbri, amico e illustre psicologo, autori di molti libri. Nelle interminabili serate di discussione e protocolli TAS accompagnò il nostro gruppo di studio alla scoperta dell’argomento specifico. A lui il mio grazie per avermi accompagnato con amicizia e professionalità in uno dei più tristi momenti della mia vita.

Per aspera ad alta

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UN COLORE PER TUTTE LE PERSONE 29/03/2015

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Sembra che il mio ultimo post relativo alla lista dei sogni abbia avuto un certo successo. La pagina internet del sito www.occhialinelbuio.com è stata contattata sul singolo post ben 84 volte. A sorpresa ho trovato nella buchetta anche due mail con domande relative ad alcuni elementi che più volte ho utilizzato nella parte di prefazione.


Una lettrice di Ravenna vorrebbe sapere quale tecnica utilizzo per ricordare i sogni con precisione. La
nostra lettrice afferma inoltre di non sognare e/o di non riuscire a ricordare alcun sogno. Altra domanda
riguarda il Training Autogeno superiore che più volte ho citato come elemento di raccordo fra il sogno e la sua eventuale interpretazione. E ricordate. “Tutti sognano e nessuno sa il perché”. Leggete il post “2010 L’anno del contatto”.

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