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MaxViator: un autore perennemente in bilico fra la razionalità e l'onirico

Giorgia, Bertold Brecth e il senso della giustizia Sogno del 16.09.01

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“Ci deve pur essere un giudice a Berlino”, ebbe a dire il povero mugnaio Arnold nella Prussia del XVIII secolo, andando a cercare giustizia per il suo mulino ingiustamente perduto. Questa frase esprime un senso di giustizia che per quanto mi riguarda penso sia innato e profondamente istintivo. Quindi ho sempre pensato che in realtà il mugnaio reclamasse non tanto per il fatto in se ma per la profondità dell’ingiustizia palesemente subita.

Anche il grande Bertold Brecth sperava che in qualche modo e da qualche parte potesse esistere una giustizia vera e “giusta” la quale potesse essere percepita come elemento non formale della vita di tutti i giorni.  Era la modalità stessa con la quale egli scriveva i suoi racconti a testimoniare l’ironia formale con la quale Brecht percepiva il senso di giustizia. In gioventù ho letto molto di questo autore e ho sempre pensato che il suo pensiero mi si addicesse molto.

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Un colore per tutte le persone – Investigare l’Io con il Training Autogeno Superiore

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“Fate qualcosa per voi stessi o vi ammalerete” dice una persona che conosco da anni. Ha ragione. Tante persone sono ammalate e non lo sanno. Non si tratta di eczemi o affezioni fisiche ben più gravi. Stiamo parlando di malattie che minano alla base il nostro Io profondo e che ci procurano un sacco di problemi. Alla meglio sono problematiche che nascondono le nostre infinite potenzialità. In entrambe i casi è comunque un grosso guaio.

“Un colore per tutte le persone” scriveva più di 30 anni addietro nel suo libro il dott. Padre Pier Giovanni Fabbri. Membro dell’ Ofs, psicologo, autore di diversi libri e stimato amico. Uno dei pochi appartenenti al clero che mi siano mai andati a genio. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Comunque sia proseguiamo nella nostra discussione. Vi dicevo della frase “un colore per tutte le persone”.

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1947 Il test dei colori di Max Luscher

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Prima di aprire l’argomento permettetemi di ringraziare il mio mentore Padre Pier Giovanni Fabbri, amico e illustre psicologo, autori di molti libri. Nelle interminabili serate di discussione e protocolli TAS accompagnò il nostro gruppo di studio alla scoperta dell’argomento specifico. A lui il mio grazie per avermi accompagnato con amicizia e professionalità in uno dei più tristi momenti della mia vita.

Per aspera ad alta

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Vite sospese – Come in un film – Sogno del 29/3/2022.

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La nostra mente è sempre vigile durante il sogno. Il nostro io profondo ci parla ed è inevitabilmente influenzato dagli avvenimenti della vita reale. Forse come nel caso di questo sogno e dei recenti e tristi eventi bellici. Come riportato in alcuni articoli è solo l’osservazione non emozionale del nostro Io profondo (tecnica TAS) che conduce al vero significato del sogno stesso. Ognuno potrà pensare ciò che a lui più aggrada. Io, come nota aggiuntiva al racconto, posso solo aggiungere che a parte alcuni momenti, non ho vissuto il sogno con angoscia o tristezza. La parte che però mi ha lasciato abbandonato a un profondo senso di tristezza e impotenza, è stata quella ove misteriose forze mi impedirono di raggiungere e proteggere la mia famiglia. Ciak si gira !. Buona lettura.

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Verso l’ora Zero – Attacco giapponese a Cesenatico – sogno del 21/12/2021

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Questo racconto ha delle premesse ma in questo momento non le ricordo. La parte del sogno della quale ho memoria inizia quando i miei genitori vengono a trovarmi nella località alpina nella quale sono in vacanza. Mi sembra di riconoscere il luogo. Si tratta della frazione di Campo Tures che si chiama Acereto. Acereto è un piccolo paesino in Alto Adige che conterà non più di cinquanta abitanti. Spesso ci rechiamo in quel luogo di massima pace per ricaricare le batterie e per stare un poco tranquilli. Comunque nel sogno la zona ha stradine strettissime che passano fra i boschi. Sono le tipiche strade di montagna poco più che mulattiere. Io abito in una struttura che riconosco come la colonia estiva a Saltino nelle colline sopra Firenze dove andavo quando ero ragazzino.

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IL GRANDE FAGIOLO VIAGGIANTE – SOGNO DEL 10.10.2015 –

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Ok ragazzi sono ancora vivo. Sì lo so. E’ un po’ di tempo che non ci sentiamo, riprendo quindi a postare i miei sogni dopo un forzato quanto prolungato periodo di stop.

Sono (credo) all’alba di grandi cambiamenti personali. Penso che ciò emerga pienamente in questo sogno. Il distacco, il sapere e grandi orizzonti. I segni ci sono tutti. Cosa sarà della mia vita così come la conosco, al momento non mi è dato saperlo. So solo che è altamente possibile che tutto cambi da un momento all’altro. Certo, una volta tanto sono notizie positive ma io ne avrei ben volentieri fatto a meno.  

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