Il pianeta proibito parte prima è un sogno che si divide in due scene. La sera precedente avevo mangiato una ghiotta piadina ripiena di un prosciutto molto salato e quella notte mi alzai per bere qualcosa. Come nota a margine annoto come il luogo dove mi sono ritrovato nella seconda parte, è per un luogo realmente esistente. Esso offre un porto sicuro al riparo da occhi indiscreti e offre un mondo di sicuro relax. In questo luogo mi rifugio ogni volta che i fatti della vita rovesciano su di me forti preoccupazioni e tensioni, come nel momento corrente. Ho vissuto questo sogno non come un incubo, ma piuttosto come una avventura molto piacevole e dal frutto vagamente proibito.
Buona lettura
IL PIANETA PROIBITO – Parte prima
Il sogno inizia in un labirinto di tunnel sotterranei immersi nel buio quasi totale. Solo in lontananza si scorgono deboli luci che illuminano in maniera fioca il labirinto. Le pareti sono rivestite di mattoni-scaglie. Non so se sono mattoni o scaglie di pesce.
Io sono presente e vivo l’ambiente in prima persona ma non riesco a vedermi. Nel sono sono solo . Rumori echeggiano in lontananza. Capisco che sono sottosuolo dello stadio di calcio della mia città. Improvvisamente sbuco da un buco sulla superficie. Metto la testa fuori e vedo che sono circondato da alti teloni di plastica trasparente avvolti tutto attorno agli alberi della zona. Questi teloni formano una barriera che forse è una piscina che sta per essere riempita di acqua. Forse è una barriera protettiva ma non so da cosa mi devono proteggere. Più probabilmente è proprio una piscina.
Torno nei tunnel sotterranei. Odo ronzii nelle vicinanze. Sento anche degli odori. Sono odori di quando ero bambino e sembrano quelli dell’olio che ingrassava gli ingranaggi del meccano. Anche alcuni pezzi di ingranaggi che ho in mano sembrano proprio quelli del meccano. Anche le mie mani sembrano coperte da un velo di olio. Mi muovo lungo il tunnel e i ronzii mi inseguono. Nulla di minaccioso, non sono preoccupato. Non è un incubo, ma piuttosto una avventura. Non so che fare e cerco di decidere qualcosa.
Non ho freddo e non mi sento minacciato, ho solo la vaga sensazione che mi stiano aspettando da qualche parte. Il sogno continua e c’è una fine a questa scena ma non ricordo con precisione il contenuto. Ho comunque l’impressione che si riferisca a una scala mobile che si dirige verso la superficie. Vagamente ricordo una macchina che mi sta aspettando ma è una percezione confusa. Il sogno svanisce, io mi sveglio e mi dirigo in cucina per bere qualcosa….
Alla seconda parte per scoprire l’epilogo del sogno
Il sogno Blue shield and the ghost in red potrebbe anche potuto avere il titolo di Un’estate al mare. Ho deciso di intitolare il racconto in questo modo perché ciò che più mi ha colpito è stata la figura del fantasma rosso. Non saprei il perché, ma ragionando a posteriori la figura del misterioso figuro non è sembrata poi così centrale . Eppure in qualche modo sento che questo personaggio ha avuto un ruolo importante nel racconto. Sicuramente il sogno è un ottimo esempio del funzionamento dell’ideoplasia e della teoria dei colori del Lüscher che da trent’anni sono alla base dei miei training autogeni. Ne parleremo, ma non adesso. Per ora leggiamo il racconto e distendiamoci.
Buona lettura a tutti voi e se potrete, vi consiglio di indagare il vostro colore affettivo con il test del Lüscher.
Il sogno ha inizio in una grande struttura circolare semi interrata di uno stabilimento balneare. Il pavimento è coperto da spesse dune di sabbia come se la struttura fosse stata abbandonata da anni. Sembra una colonia-hotel tipica degli anni del fascio. Voglio dire che appare costruita con le forme tipiche dell’architettura circolare tipica dello stile impero. Dalle finestre filtra una debole luce biancastra a forma di lama. Vedo l’aria polverosa attraversare i raggi di luce che filtrano dalle imposte scardinate.
Sono rannicchiato in un angolo e non so che fare. La scena è immersa nel silenzio più totale. Al piano superiore di questa struttura so che ci sono le stanze per gli ospiti. Salgo le scale anche esse circolari. Queste scale conducono alla parte superiore dello stabilimento balneare-hotel. Giungo al primo piano e capisco che quella è la colonia dove andavo in montagna da piccolo. Lunghi corridoi separano due file di camere. Il corridoio è talmente lungo che non si riesce a scorgerne la fine.
Il tutto è immerso in una penombra mediamente poco rassicurante. Faccio un paio di passi e sento un fruscio davanti a me. Guardo ma non vedo nessuno. Mi fermo impaurito. Prima di procedere inforco gli occhiali da vista. Questo è molto strano perché anche nel sogno so benissimo di non averne più bisogno. Comunque sia voglio essere pronto a tutto. Di nuovo odo il rumore di prima . Non so che fare. Sono ore che cammino per il corridoio ma ancora non ne vedo la fine. Davanti a me c’è una scala, conduce sul tetto della colonia-hotel. Decido di salire. Sono sul tetto e la luce è veramente accecante, tipo deserto sahariano. Scorgo un’asta portabandiera. Guardo in alto e vedo che è la bandiera italiana. Accanto all’asta c’è il timone a ruota di una nave da crociera stile locandina del film Titanic. C’è anche un tavolino di alluminio anodizzato tipico dei bar di provincia con appoggiato sopra un Martini dry. Ancora sabbia tutto attorno a me. Mi chiedo seriamente cosa ci faccia un Martini dry su un tavolino da bar sul tetto di una struttura balneare abbandonata. Vedo che il liquido trema sempre più, come se un essere mostruoso stesse per raggiungermi con giganteschi passi. Non ho armi e non so come difendermi. Decido di ripercorrere le scale che mi riporteranno al piano terra dove tuto è iniziato .
Improvvisamente la scena cambia e mi vedo rannicchiato con le spalle al muro presso il pian terreno dell’inizio del sogno. Tutto è immerso in una quantità paurosa di colore rosso pulsante. Sembra di essere in un buco nero che invece di essere nero è rosso ed emette luce rossa. Una figura vagamente umanoide e indefinita sta attraversando come un fulmine la stanza da parte a parte. Sbuca da un muro e scompare nell’altro. E’ una figura sfrangiata e distorta di colore rosso fuoco, sembra composta da sola luce anch’essa rossa. La scena si ripete più volte. Misuro gli intervalli delle apparizioni e vedo che il lasso di tempo fra una apparizione e l’altra è sempre lo stesso al millesimo di secondo. Stranissimo. E’ un fantasma che appare a intervalli regolari. Sono minacciato e devo reagire.
Ho l’impressione che il sogno sia in pausa. Quando la trama riprende mi ritrovo avvolto da un vortice di luce blu profondo. E’ uno scudo scuro ma luminoso nello stesso tempo. Nella realtà il colore dell’accoglienza è il mio colore affettivo contro la necessità di reazione offerta dal rosso. La tensione sta per essere spenta dal contrasto della calma. Nel sogno penso che gli anni di training autogeno hanno fatto il loro dovere.
Sono in piedi nel centro della stanza e aspetto che la figura attraversi l’ambiente come ha sempre fatto. Il vortice blu si sta spostando con me e man mano che avanzo il rosso diminuisce fino ad esserne circondato. Il fantasma passa a un millimetro di distanza da me. Appena l’essere misterioso è passato mi dirigo con calma verso la scala che conduce al piano superiore. In una camera trovo mia moglie che come al solito sta russando in compagnia di mia figlia. La scena che prima esprimeva solo polvere ed abbandono adesso è cambiata. Vedo qualche cameriere in giacca e cravatta che sta portando delle consumazioni nelle camere. Ci sono ospiti che passeggiano per il corridoio ma tutti sono vestiti come marinaretti di inizio secolo, inclusi di ombrellini parasole fin de siècle. La scena ha un sapore vagamente bohémien. Anche io sono vestito stile bon ton marinaresco con tanto di ridicola paglietta calcata in testa .
Mia moglie e mia figlia si sono svegliate , davanti alla colonia-hotel arriva la nostra carrozza da passeggio. Tutti saliamo sul calesse e ci dirigiamo verso il bagnasciuga al largo del quale avvistiamo alcune balene provenienti dall’artico. Il sogno finisce qui senza ulteriori colpi di scena. Bah !
Questo sogno che narra di vecchine natalizie e salami esplosivi è talmente sconclusionato che non ho neppure tentato di osservarlo all’interno di un protocollo di training. Non per forza tutti i sogni devono avere un filo logico tale da potere essere elaborati una volta svegli. Anzi, molto spesso i sogni sono sconclusionati e tutto ciò che ricordiamo è semplicemente un insieme di più episodi o più scene non necessariamente legate fra di loro. Leggiamo assieme questo racconto e prendiamolo come viene, in piena leggerezza e divertimento. Ps: La foto che vedrete allegata alla presentazione è proprio la vecchina del sogno. E’ una vecchia decorazione del nostro albero di natale. Questo addobbo avrà circa circa ottanta anni, ma senza di lei non è Natale.
Buona lettura a tutti.
Il sogno ha inizio su un grande impianto estrattivo situato in mezzo al mare. La struttura è gigantesca e si estende su più livelli. Odo suoni bassi e pulsanti che rimbombano attraverso i tubi metallici della struttura. Ha tutta l’aria di un enorme videogioco che si estende su più livelli. Vedo parecchi silos molto grandi dei quali ignoro il contenuto. Leggeri rumori di macchine provengono dai piani bassi della struttura, e sbuffi di vapore o gas escono dai tubi. Sono incaricato di dirigere una squadra che deve fare dei test antincendio.
Lavoro alacremente per mettere a punto un sistema che è della massima importanza per la sicurezza di quel luogo. Fra pochi giorni l’impianto sarà testato dal mio capo che è una donna severissima. Effettuo personalmente alcune messe a punto e mi arrabbio con il mio personale perché non è stato preciso. Tutte le messe a punto avvengono di notte, la scena si ripete per un paio di volte e nel sogno mi vedo dall’esterno mentre controllo idranti e sistemi elettronici di rilevazione. Le luci sono bianche e fredde, la notte è limpida e il cielo è terso ma io non mi curo di questi dettagli perché sono troppo impegnato a lavorare per la verifica che dovrò subire tra poco. Il mio capo è arrivato con un leggero anticipo e si è accomodata su una vecchia sedia a da mare di quelle fatte di plastica intrecciata che si usavano parecchi anni fa. Io faccio l’ultimo giro per vedere se tutto è pronto.
Chiudo una porta a tenuta stagna e improvvisamente la scena cambia. Mi ritrovo a vivere in un palazzo lussuoso situato non so dove. Ho appena acquistato un appartamento presso questa struttura e sembra che ci siano diversi problemi che non riesco a identificare. Forse sono problematiche relative al garage o forse no. Visto da fuori il palazzo sembra un ministero sontuoso e imponente nella sua costruzione. All’interno assomiglia a uno di quei palazzi moderni newyorkesi dove l’architettura è razionale e tutto è perfetto. Sono in compagnia di mia moglie e mia figlia che però in sogno non corrispondono alle persone. Solo mio fratello è veramente mio fratello. Anche lui ha un appartamento nello stesso palazzo.
Entro in casa salendo una scaletta di pietra in stile moderno che sembra condurre ad un cottage alpino. Fuori è freddo e c’è la neve. Saliamo le scale e noto che incassato nel terreno ai piedi della scalinata c’è uno stretto acquario con una trota che vi nuota dentro. Penso che architettonicamente parlando è bellissimo, ma che la trota soffre inutilmente invece di vivere libera in un fiume.
Appena sopra la scala d’accesso c’è un pianerottolo e mio fratello mi illustra l’atrio del palazzo. Una meravigliosa piscina interrata è a disposizione dei condomini. La conoscono in pochi e in generale non è mai troppo affollata. Tutto attorno alla piscina ci sono alte pareti vetrate e si può vedere il paesaggio innevato.
Alcuni ascensori portano direttamente dentro il proprio appartamento quindi si può salire e scendere nella massima riservatezza. Enrico (mio fratello) sembra contento che si sia tutti assieme. Sicuramente ci vedremo più spesso. Facciamo un giro ai piani alti tanto per vedere la struttura del palazzo. Mentre giriamo mi fa visitare il suo appartamento dove tutto è perfetto. Il palazzo è stato appena costruito e vi sono innumerevoli camerieri e personale di servizio che gira senza sosta. Mio fratello nota una imperfezione in un battiscopa esterno del corridoio che conduce alla sua abitazione e mi dice che deve chiamare qualcuno a farlo sistemare. Mi lascia solo per qualche momento.
Dopo poco incontro una vecchietta che credo di riconoscere. Il suo volto non è nuovo ma per una qualche ragione non riesco mai a vederla in volto perché mi rivolge sempre le spalle. Ma certo adesso la riconosco! E’ un addobbo dell’albero di natale che aveva da piccola mia moglie!. E’ incredibile, cosa ci fa in questo sogno il personaggio di una delle decorazioni del nostro albero di natale?. La signora si avvicina. Dice che ci sono stati casi di avvelenamento da cibo o acqua e che è necessario dare delle analisi per scoprirne la provenienza. Mi prega di prelevare dei campioni dal bar del palazzo e farli analizzare.
Mio fratello si dirige verso il suo appartamento (ma non era andato via ?) e io resto in compagnia della vecchietta. Iniziamo a raccogliere i primi campioni di cibo. Prelevo un panino al prosciutto riferito a una certa data di produzione nella quale presumibilmente sono iniziati i contagi degli alimentari avariati. Poi prelevo una bottiglia d’acqua per verificare se il contagio può derivare dal batterio della legionella. Noto che sul tavolo c’è mezzo salame abbandonato. Lo metto in un contenitore a chiusura ermetica. Vedo che sulla superficie del salame ci sono dei misteriosi puntini bianchi che probabilmente sono creati da una pericolosa muffa alimentare.
La signora continua a parlare senza sosta come fanno talvolta i vecchietti un po’ svampiti e nel frattempo mi porta in giro per il palazzo. La struttura adesso assomiglia a una lussuosa nave da crociera. La vecchietta mi dice di fare preso a fare analizzare i materiali prelevati perché ci sono delle persone in pericolo. Noto che il palazzo-nave ha molte persone le quali si dirigono frettolosamente verso i loro posti di lavoro o verso misteriosi incontri. Il tutto ha l’aria molto attiva e piena di persone che lavorano alacremente. Io ho il salame in mano e avverto che sono in pericolo. Non so se a causa del colesterolo o a causa della probabile presenza di muffe.
Con quel salame ho una voglia matta di farmi in panino ma improvvisamente decido di lanciare l’insaccato il più lontano possibile. Mentre è ancora in aria il salame esplode confermando la sua estrema pericolosità. Come accade in un videogioco la missione è stata completata e il sogno finisce qui.
Nel vissuto onirico di questo sogno si mescolano una vecchia Ford modello T, spaghetti al pomodoro, la lingua inglese e una strada che facevo spesso quando andavo in Svizzera per questioni mie.
Quella notte ero sicuramente andato a letto con una buona dose di fame arretrata poiché nel novembre del 2014 stavo facendo una dieta mirata a ottimizzare il mio tempo su i 20 km di corsa. Bah, magari potessi migliorare così tanto rinunciando a un semplice piatto di spaghetti !. Questa è l’unica spiegazione plausibile per la quale posso avere fatto un sogno così strano.
Il ricordo di questo sogno è divertente e reca con sé gli intensi profumi che principalmente sono legati al vecchio giardino della casa medievale dove abitavano le mie zie paterne. Ho un netto ricordo di quegli odori, così come ricordo gli enormi vasi di ortensie con fiori altrettanto enormi. Ma si sa. Tutti i ricordi dei bambini sono amplificati in virtù della relazione fra l’oggetto – il ricordo elaborato e la nostra dimensione dell’essere stati piccoli.
Comunque sia il finale del sogno è veramente divertente. Tutti a tavola per una grande spaghettata fra amici vecchi e nuovi, per stare allegri e non pensare alle rotture di scatole.
Buona lettura
Il sogno inizia con me e mia moglie mentre di nascosto seguiamo un nostro vicino che è andato a comprare una nuova auto a causa del rumore emesso da quella vecchia. Io e la mia consorte seguiamo il tizio per un po’. Quando lui esce dal concessionario noi entriamo nell’autosalone e chiediamo informazioni al venditore . Vediamo il tipo di macchina scelta dal nostro vicino e ne siamo rinfrancati. Nessuna macchina rombante con rumori forti o altro, anzi si tratta di una vecchia Ford modello T che fa tanto nonna Papera. Usciamo dal concessionario e ci incamminiamo per una vecchia strada medievale che esiste realmente nella mia città . Entriamo in un antico portone e ci troviamo in una fabbrica a cielo aperto dove vedo un mio ex collega mentre armeggia con la sua moto.
Il collega dice che ha deciso di segare le parti laterali del serbatoio della sua Harley Dawson e che per questo motivo la sta smontando. La moto è magnifica, il telaio non sembra neppure sporco . Io mi chiedo perché sia necessario segare le paratie laterali del serbatoio e nel rispondermi anche lui non sembra tanto convinto
Nel frattempo entrano nostri amici (gente sconosciuta) e dicono che c’è da scaricare un camion di mele abbandonate dal proprietario in un vicino parcheggio. Io ho poca voglia di fare della fatica ma vado a vedere . Effettivamente il camion è parcheggiato sul bordo strada e le mele sono impacchettate una ad una con del cellophane . Sembrano pronte per la vendita come se dovessero essere depositate direttamente sullo scaffale di un supermercato. Noi passiamo oltre , con me c’è sempre mia moglie, il mio ex collega, e la comitiva di amici sconosciuti .
Entriamo nello stesso portone del palazzo medievale già incontrato prima e questa volta ci ritroviamo in un antico giardino con aranci e limoni deposti in grandi vasi di terracotta . Il colpo d’occhio è meraviglioso anche se i muri del fabbricato che lo circonda sono rovinati dal muschio e dall’umidità. Ci sono molti fiori ben curati e una antica rimessa per cavalli. Riconosco questo luogo. E’ la corte interna della casa delle mie zie paterne . In questa casa ho passato molta della mia infanzia . Nel sogno stento a riconoscerlo perché è molto diverso da come l’ho lasciato da piccolo . Tuttavia penso che se anche è diverso in realtà è sempre uguale.
Mentre gli altri passeggiano nel giardino io alzo lo sguardo e vedo che nella parte in fondo passa una strada che sembra essere rialzata rispetto al piano dove ci troviamo. Sembra che la corte interna e tutto il suo contenuto siano collocati in una grande depressione del piano stradale . Appena sotto la rete che divide il confine della nostra proprietà dalla strada pubblica vedo un cartello stradale. Reca la scritta SS211 Lomellina confine svizzero. Io esclamo ad alta voce quella è la strada che porta in Svizzera e che la conosco bene. Mi risponde una signora americana che si trova in visita al giardino (come se si trattasse di un museo) e mi chiede in inglese da dove vengo e se posso darle ragguagli su quel luogo .
Io le spiego che la mia città vanta una lunga tradizione medievale. Lei mi capisce al volo ma quando le dico che è una città medievale uso nella traduzione inglese il termine “medieval town”. Lei mi guarda e non capisce . Io le ripeto la parola “medieval town” perché sono sicuro della sua traduzione, ma ancora non capisce . Nel frattempo arrivano mia moglie, mia mamma, mia figlia e mia zia paterna. Si forma un piccolo capannello di persone che discutono animatamente sulla traduzione di “città medievale”. Io mi arrabbio molto e corro a prendere il mio iPad per usare Google translator. Penso che così facendo chiuderemo presto una vicenda che si sta oltremodo ingigantendo.
Torno dalla signora americana e vedo che è arrivato anche il proprietario del camion di mele. E’ agitatissimo e sta brandendo un pacco di spaghetti del tipo di quelli che si vendevano sfusi nelle drogherie del dopoguerra. Anche lui è infervorato nella discussione. Io guardo quel gruppo di persone e resto attonito. Adesso ci penso io. Accendo l’iPad e uso il traduttore di Google per cercare il termine e dimostrare a tutti che ho ragione io.
Nel frattempo arriva mia zia paterna e mi prende per il braccio. Dice che è ora di mangiare. Andiamo tutti a tavola che è ora di fare festa. A quell’enorme tavolata ci sono proprio tutti, gli amici sconosciuti, il camionista, mia moglie , mia figlia , mia madre, mia zia e anche la signora americana. Tutti si divertono e mangiano montagne di spaghetti al pomodoro che vengono offerti dal proprietario del camion di mele .
Guardo la tavola e mi accorgo che siamo molti di più dei personaggi che ho incontrato nel sogno fino a quel punto. Chi se ne frega . Stiamo lieti e mangiamo che nel domani non v’è certezza.
Chissà se l’Arcivescovo Thomas Becket prima di essere assassinato ha sognato di mangiare la focaccia pizza di Murder in the Cathedral (LOL). In ogni modo nel sogno io non sono stato né arcivescovo né la vittima, ma per ciò che ricordo la pizza che ho sognato era straordinariamente somigliante alla ricetta della mia focaccia-pizza . Senza troppi voli pindarici sul collegamento del significato pizza-sogno, mi è però venuto in mente che potrebbe anche essere di vostro gradimento avere la ricetta. Questa l’ho ereditata da mia mamma. E’ la stessa che lei faceva nelle sere invernali della domenica quando, assieme a tutta la famiglia, si mangiava così in semplicità. Un’altra volta vi racconterò di quando ero piccolo a Modena e nelle nevose sere invernali prima di tornare a Ferrara si mangiavamo i pinzini preparati da mia nonna Vilma e intinti nel caffè latte. Anche essi sono legati a un sogno specifico, ma prima di parlarne bisogna dibattere sulla metodologia di preparazione del lievitato e attivare il GPS. State sorridendo ? Vi assicuro che in Emilia non è un argomento di secondo piano .
Rovistando nei meandri del web ho trovato alcune interpretazioni di sogni con pizza come contenuto onirico. C’è chi dice che sognare di mangiare pizza significhi desiderio di esperienze appaganti e legami forti. C’è chi sostiene che mangiare pizza in sogno potrebbe anche indicare di avere fatto un buon lavoro, e quindi di avere diritto a un buon confort food. Mah, dubito fortemente che tutte queste interpretazioni siano vere.
Per me sognare di mangiare pizza significa solamente avere voglia di una buona pizza. In materia ho letto molto, ma in generale non sono un patito dell’interpretazione degli oggetti nei sogni non lucidi e del loro legame con oggetti percepiti come reali. Ciò significherebbe attribuire a un oggetto del piano onirico un legame soggettivo imprescindibile. Non saprei, io personalmente non ci credo. Credo invece che la mia focaccia-pizza, sia un confort food eccezionale soprattutto se gustato in una fresca serata autunnale. Se poi la farcite con una ottima mortadella proveniente dalla nostra terra d’Emilia e l’accompagnate con una buona birra gelata, il tutto assumerà una dimensione decisamente molto onirica.
Ricetta : Focaccia pizza di Murder in the Cathedral
Per una teglia da lasagne per 5-6 persone
400gr farina 0
una bustina di lievito salato istantaneo
125 gr di mozzarella di bufala sgocciolata
un sospetto di rosmarino fresco
un cucchiaio raso di sale fino
una spolverata leggera di sale grosso
250 ml d acqua a temperatura ambiente
olive nere denocciolate
pomodorini secchi sott’olio
pancetta non affumicata a cubetti
Pomodorini pachino tagliati a metà
olio EVO
Saltare in padella la pancetta e privarla del suo grasso emerso (dare solo una breve scottatina)
Setacciare la farina e metterla in una ciotola. Unire il lievito, l’olio evo un cucchiaio, l’acqua e il sale fino.
Impastare tutto grossolanamente senza esagerare . Deve venire un poco grumoso e consistente, tipo blog il fluido che uccide.
Unire la pancetta e la mozzarella sgocciolata. Aggiungere i pomodorini sott’olio tritati grossolanamente.
Stendere l’impasto nella teglia oliata.
Sulla superficie fare i classici incavetti da focaccia usando le dita
Sulla superficie mettere qualche pomodoro pachino tagliato a metà, una spolverata di sale grosso, le olive nere tagliate a metà, e il rosmarino
Dare un giro di ottimo olio evo magari proveniente delle colline Faentine
Cuocere a 200 gradi per 15-17 minuti e sentire con lo stecchino.
Non dimenticatevi di comprare una buona mortadella bolognese e usatela per farcire la vostra focaccia. Stringete a voi chi volete bene e godetevi la vita con una birra gelata e un film. Non occorre essere chef stellati per godere del buon cibo. Quasi quasi mi do sei stelle da solo .
Che il colesterolo sia con voi e non cuocetela troppo. Alla prossima
Si ritorna dopo un po’ di sosta. Ben ritrovati a tutti i lettori di Occhialinelbuio.com. Ho deciso di pubblicare questo sogno dopo un po’ di riflessioni. Murder in the Cathedral narra di mio padre e del suo assassinio. Non preoccupatevi, non è un racconto drammatico e non voglio angosciare nessuno. Oltretutto non ho ancora analizzato in contenuto del sogno alla luce del TA superiore. Non vorrei quindi fornire indicazioni che potrebbero risultare fuorvianti.
Se però vi interessa, posso riportare che mio padre è venuto a mancare per cause naturali nel 2004 . Dal momento della sua dipartita non sono mai riuscito a sognarlo e ciò mi ha molto stupito. Sono contento del fatto che sia avvenuto adesso e che non si tratti di un incubo
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