Cari lettori, come avevo riportato nel post precedente “Quando le macchine potranno sognare – Lettere dall’anno 2912” era stato scritto per essere una sceneggiatura teatrale. Ciò che segue avrebbe costituito una sorta di “antefatto” alla rappresentazione vera e propria. Nel giugno del 2012 erano passati 100 anni esatti dalla nascita di Alan Turing. In rete apparvero molti contenuti su questo personaggio ma se per caso non lo conoscete andate a leggere la relativa pagina di Wikipedia a questo link.
Alan Turing fu il padre della moderna intelligenza artificiale e precursore assoluto del primo computer che sarebbe arrivato solo alcuni anni dopo la sua scomparsa. Fu anche il padre della matematica computazionale e inventore del modello di validazione degli algoritmi che ancora usiamo in epoca moderna. A lui dobbiamo la vittoria dell’asse anglo-americano nell’atlantico durante la seconda guerra mondiale, poiché con la sua macchina a stati infiniti riuscì a decriptare il famoso codice Enigma che consentiva alla Germania di comunicare in segreto con i propri sommergibili.
Morì suicida nei primi anni sessanta condotto alla pazzia a causa del trattamento ormonale di castrazione chimica al quale era stato ingiustamente condannato. Prima di morire avvelenò una mela cospargendola con cianuro e dopo averne mangiato un pezzo la depositò sul tavolo sul quale avevano visto la luce molte delle sue intuizioni.
Non a caso la sua fine ricalca la storia di Biancaneve della quale lo scienziato era fortemente appassionato. Le cronache sono dense di episodi nei quali i suoi collaboratori e famigliari giurarono di averlo sentito canticchiare le canzoni del racconto. Pochi inoltre sanno che Steve Jobs prese spunto proprio da questo fatto per progettare il famoso logo Apple © ™ che appunto riporta una mela con un morso.
Questa è quindi una ricorrenza che il blog occhialinelbuio.com non poteva lasciare passare senza una adeguata celebrazione. A livello personale voglio solo dirvi che se sin da piccolo mi sono accostato al mondo della programmazione e ai problemi matematico computazionali ciò è principalmente dipeso da questa persona.
Quando ero piccolo io internet non esisteva e l’unico modo di informarsi sulle basi della nascente informatica di largo consumo era quello di comprare montagne di libri e leggere per imparare. Non avevo ancora 17 anni quando scorsi in una libreria della mia città il libro “architettura interna dei processori 386”. A quel tempo per programmare in DOS usavo un Commodore VIC 20. Chi lo ricorda ? Sembrava una meraviglia ingegneristica proveniente da un altro mondo. Questo computer come memoria di massa usava una cassetta come quella che fino a pochi anni fa usavano i nostri walkman. La RAM di cui il pc era dotato era pari a quella che adesso risiede in un odierno orologio digitale da polso. Eppure a me quella macchina aprì le porte a quella che sarebbe stata la mia passione da adulto. Io volevo sapere di più su come quel mondo meraviglioso fosse iniziato e così corsi a comprare il mio secondo libro che parlava dell’origine dell’informatica partendo dall’anno zero. In quel momento conobbi la figura di Alan Turing e compresi chi fosse quest’uomo e cosa avrebbe rappresentato per l’umanità futura.
Per i lettori di occhialinelbuio.com pubblico il seguente breve racconto in due puntate ispirato a questa persona che scrissi molti anni fa sull’onda del mio amore per i racconti di fantascienza degli anni 50 e 60. Chiedo scusa dell’incerta narrazione. A parte la riduzione operata per restringere il racconto originale, alcune righe dello scritto erano illeggibili a causa del tempo trascorso. Ciò ha reso indispensabile riscrivere alcuni periodi per poterli adattare a questa narrazione.
Oggi, a distanza di 100 anni esatti dalla nascita di Turing di lui non possiamo che dire : Non tutti possono tutto. A questa celebre frase io aggiungerei : Solo pochi possono moltissimo.
Alla prossima settimana per la seconda parte del post che conterà il racconto vero e proprio. Vado in cucina e cerco la ricetta delle linguine all’astice da fare esattamente come mi ha insegnato una mia cara amica di Napoli. Magari ne pubblicherò prossimamente la ricetta .
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