Gesù. Ci mancava solo il moai parlante mischiato alla mia solita passione per la bici da corsa. Giuro che la notte del sogno non avevo mangiato nulla di pesante, né ero attanagliato da tensioni particolari. Fatto sta che comunque sullo sfondo, qualcosa stava agendo alla grande. Forse erano tensioni famigliari come tante ve ne sono in tutte le famiglie. Nulla di particolare ma forse il mio inconscio lo giudicò abbastanza incisivo per riversarlo nell’onirico e quella notte mi pose niente di meno che, a colloquio con un moai.
Mi trovo su un’isola e ho l’impressione che spaventose forze nemiche stiano arrivando dall’oceano. Numerosi guerrieri accorrono dai villaggi circostanti. Mi reco presso una vicina casa e sono in compagnia di guerrieri miei amici. Mi sto preparando a difendere la principessa dell’isola. Uno degli invasori sta per arrivare. Decido di portare la principessa ai piani alti della casa. Chiudo le porte e fermo gli ascensori .
Improvvisamente la situazione cambia e mi ritrovo sempre sulla stessa isola. Sono seduto in uno spiazzo erboso e guardo pensieroso l’oceano. Posso sentirne il rumore che sembra provenire dalla scogliera che mi sta davanti. Accanto a me c’è un enorme moai di pietra. La superfice della scultura sembra percorsa da crepe e osservando bene vedo che dentro la statua sta scorrendo della lava. Giudico tutto piuttosto normale associando l’isola ai vulcani che la circondano.
Il moai mi guarda con apprensione e sospira profondamente. Ho la netta sensazione che voglia dirmi qualcosa. Improvvisamente parla con una voce del tutto normale come se stesse parlando del più e del meno. Dice che i miei genitori devono vendere il marchio dell’azienda di famiglia che produce vino. Il moai mi informa che le bottiglie invece di vino contengono olio. L’incarico di curare i contatti con gli acquirenti è stato affidato a mio fratello che però non sembra interessato al compito. Improvvisamente per un disastro economico le quotazioni del nostro vino calano e la vendite vanno male. Mi sovviene che i compratori del marchio dell’azienda sono giapponesi. Tengono molto alla puntualità e mio fratello non si presenta all’orario concordato. Io sono sull’isola e sto ancora parlando con il moai e sono molto risentito perché penso che l’incarico doveva toccare a me .
Improvvisamente il moai scompare e la scena cambia. Siamo a un matrimonio di parenti che vivono lontano. E’ strano perché in realtà vedo anche il mio amico Stefano. Siamo su un autobus in attesa di partire e c’è anche mio padre che da lontano guarda con tristezza i fuochi artificiali di capodanno. Dal mio posto posso vedere che mia figlia sta tentando di svitare la targa di un fuoristrada parcheggiato in un garage. Ma cosa sta facendo e soprattutto per quale ragione sta tentando di farlo ?. Dico a mia moglie di andare a controllare. Sembra una marachella delle solite e mentre mia figlia armeggia sull’auto, la targa le cade dalle mani. Con la faccia soddisfatta lei risale sull’autobus che ci porta al matrimonio.
Siamo al ricevimento del matrimonio ma in realtà assistiamo a una proiezione cinematografica in una sala parrocchiale di provincia. Nella sala parrocchiale vi sono mia moglie mia figlia e mia madre. Al ricevimento vedo molte persone e siamo seduti sui banchi scolastici, o forse siamo in un aereo dato che vedo delle hostess in divisa che guardano lo schermo in attesa della proiezione .
Un tipo che mi è seduto accanto mi importuna e quando finisce il tutto mi trovano svenuto per terra. Nel frattempo partecipo con la mia squadra di ciclismo a una tappa del giro ciclistico delle Fiandre. Io guido una macchina assistenza . Le salite sono bestiali (sembra la salita del Poggio alla Milano Sanremo), arriviamo sotto la pioggia battente in una città che so essere all’estero. Ci sono molte cadute sia in salita che in discesa .
Arriviamo al traguardo di notte con la pioggia e senza luci le quali sono poste solo all’arrivo. Penso che è una pazzia. Un italiano della mia squadra è davanti a tutti ma negli ultimi chilometri va davanti un belga mezzo biondo con baffi a manubrio e aria inizio secolo. È vestito con un costume balneare vecchio stile. È un oriundo di origine italiana e vince fregando tutti. Facciamo festa per l’atleta della nostra squadra che è arrivato secondo. Comunque nessuno ha voglia di festeggiare veramente.